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Vladimir Keidan

(1936 - 2005)

Per commemorare la scomparsa del grande pittore russo, un ricordo della mostra che tenne a Roma nel giugno 2004.


il filmato le foto
Il filmato Le foto

Un ringraziamento particolare a Riccardo di Paolo e al fotografo Pietro Introno.


 


Mosca - Roma, 3000 chilometri in un solo sguardo

A circa tremila chilometri da Roma si trova Mosca, città da sempre presente coi suoi miti e personaggi nella storia occidentale eppure da molti considerata ancora misteriosa e lontana.
Affascinante peculiarità che accomuna la terra russa ai popoli dell’Ex Unione Sovietica (alcuni dei quali sono ormai parte integrante della grande “famiglia europea”) è il profondo amore per l’arte e la cultura.
In questi Paesi i costi degli spettacoli teatrali e musicali sono accessibili alla maggior parte della popolazione che ne fruisce con grande entusiasmo, persino tra i giovani è usuale visitare musei, commentare le coreografie delle ultime rappresentazioni teatrali e ascoltare le colonne sonore di musical e balletti, peccato che purtroppo non si possa dire lo stesso dei giovani rappresentanti del ceto medio italiano!
In Russia è difficile trovare qualcuno che non ami leggere o che non sia in grado di citare a memoria i celeberrimi versi del poeta nazionale A. S. Puškin; a Mosca e San Pietroburgo si apre uno scenario a noi insolito: i vagoni della metropolitana sembrano adibiti a “biblioteca ambulante” laddove quasi tutti i passeggeri viaggiano assorti nella lettura di un libro e si lamentano se disturbati da voci e rumori.

In questo ambiente permeato da profondo amore per la conoscenza viene al mondo e si forma Vladimir Keidan detto senior per via dell’omonimia che lo lega al fratello minore.
Vladimir nasce a Mosca nel 1936, si laurea all’Istituto d’Arte di Mosca presso l’Accademia delle Belle Arti, nel 1957 espone per la prima volta le sue opere, nel 1963 diventa membro dell’Unione degli Artisti.
V. Keidan partecipa complessivamente a 70 mostre sia in patria che all’estero: in Gran Bretagna, Germania, Olanda, Lituania, Georgia, Israele; inoltre alcune delle sue opere fanno parte della collezione del museo Guggenheim di New York, della Galleria Nazionale della Georgia e di svariate altre collezioni private dislocate in tutto il mondo.
L’artista trae spesso ispirazione dalla lettura di opere letterarie, è questo il caso delle litografie sui temi tratti dalle poesie di Francois Villon, della serie di acqueforti ispirate alle poesie dello scrittore spagnolo Garcia Lorca, all’opera di R. L. Stevenson e dei compatrioti russi A. S. Puškin e Michail Bulgakov.
Nel 1991 per commemorare il centenario della nascita di M. Bulgakov V. Keidan dedica a questo grande scrittore e ai personaggi nati da alcune sue opere (“Il Maestro e Margherita” “Romanzo teatrale”) numerose acqueforti e disegni.

In occasione di una delle sue prime mostre di pittura nella capitale russa Vladimir, grazie ad una serie di fortunate coincidenze, incontra per la prima volta il fratello nato da un successivo matrimonio di suo padre Izidor Keidan e che, per ironia della sorte, porta il suo stesso nome, cognome e patronimico.
Vladimir junior è un filologo moscovita che lavora come professore di Lingua Russa presso l’Università di Urbino, egli con il supporto logistico della propria famiglia, aiuta il fratello pittore a realizzare una mostra in Italia.

Nel corso dell’estate 2004, l’artista russo realizza così il suo sogno nel cassetto: visita Roma e riesce a comunicare con gli italiani per mezzo del linguaggio universale dell’arte, Vladimir espone finalmente nella città eterna, i “volti” nati nella capitale moscovita trovano degno ricetto nel ghetto ebraico all’interno della Sala da tè russa in Via dei Falegnami 7/9, la Roma cinquecentesca di palazzo Costaguti.
L’esposizione di Roma dal titolo “Le donne della Bibbia” viene inaugurata il 6 giugno 2004 e si protrae sino alla fine del mese di agosto, essa rappresenta il tributo dell’autore al Libro dei Libri, del quale è un profondo conoscitore seppure egli stesso ami definirsi “né ebreo né cattolico”.
L’artista si distingue per il tratto deciso e allo stesso tempo delicato, dipinge sperimentando tecniche innovative, mostra una chiara propensione all’introspezione e all’elaborazione dei propri ricordi ed emozioni, i suoi soggetti gridano oppure sussurrano storie di altri tempi, senza invadenza attraggono per la semplicità delle forme.
La sapiente mano del pittore alterna colori e bianco-nero, voci e silenzi, dà vita a superbi fiori e figure emblematiche. Ben lontano da meri virtuosismi artistici sogni e pensieri prendono forma, ricorrono personaggi del passato, le donne della sua vita (la madre, la nonna e la moglie) rivivono ed hanno così accesso all’immortalità. La mano dell’artista può arrestare il tempo: donne reali incontrano e si scontrano con donne della letteratura e della Bibbia, i loro dolori sono i nostri dolori, le loro gioie sono le gioie di sempre, la vita si dispiega in un unico continuum dove il filo conduttore è quello dell’uomo e della sua centralità nella storia del mondo.

I secoli di storia trascorsi e i circa 3000 Km di distanza tra la città eterna e la capitale russa, non sono sufficienti a frapporre tra noi e queste opere un confine netto, le barriere temporali e spaziali non possono separare l’uomo di allora dall’uomo di oggi, l’uomo italiano da quello russo, entrambi sono figli della stessa umanità.
Il 16 giugno 2005, a quasi un anno dal suo viaggio in Italia, Vladimir Keidan viene improvvisamente a mancare per un attacco di cuore, ci lascia la sua opera, eredità indelebile allo scorrere del tempo.
Con la certezza che il suo sorriso benevolo continuerà a vivere attraverso le tele, dedichiamo all’artista e soprattutto all’uomo l’estremo saluto con una citazione da Robert Doisneau (1912-1994), noto fotografo francese che descrisse così le paure e le speranze che lo legavano alla propria pulsione artistica:

“Non ho mai ben capito perché faccio fotografie.
In realtà è una lotta disperata
Contro l’idea che scompariremo…
Mi ostino a fermare il tempo che fugge.
Ed è una follia.”

Robert Doisneau.


Dr.ssa Claudia Introno
con la gentile collaborazione della Dr.ssa Lizaveta Keidan